"Sono partito con il cabaret; poi, quando ho portato Tarcisio su un palcoscenico teatrale, ho cercato di affinarne la dimensione teatrale".
Noto al grande pubblico come Tarcisio, Max Pisu ha portato in teatro e sul grande schermo diversi personaggi dal 1991, anno in cui ha debuttato a "La Corte dei Miracoli" di Milano.
Max, partiamo dal tuo personaggio più famoso: da dove nasce Tarcisio?
Tarcisio è nato frequentando l’oratorio. Ho preso spunto dai personaggi che gravitano nell’ambiente della parrocchia, da quelli che hanno come punto di riferimento il prete e la mamma! In parrocchia ci si sente responsabilizzati, ci sono dei compiti da svolgere… ho preso spunto da questo e ne ho fatto una caricatura: è nato Tarcisio, che racconta le storie della parrocchia a tutti i suoi amici!
Ti aspettavi il grande successo di Tarcisio?
All’inizio no! Ho cominciato a presentarlo ai cabaret; dopo un po’ di anni è arrivata la televisione. Da lì ho capito che la gente ha visto Tarcisio, lo ha conosciuto, oppure addirittura, in fondo, lo è! È un personaggio che la gente riconosceva; e quanto il pubblico riconosce quello che vede funziona!
Il tuo percorso in teatro invece?
Sono partito con il cabaret; poi, quando ho portato Tarcisio su un palcoscenico teatrale, ho cercato di affinarne la dimensione teatrale. Gli ho dato un altro modo di stare in scena, aiutandolo sia nelle scenografie che nella storia che dandogli un attore di spalla. Quando Tarcisio è “sparito” dal teatro, ho messo in scena altri spettacoli: “Anche alle balene piacciono le carezze” con Debora Villa e “Certe cose ti segnano” dove Tarcisio si vedeva veramente solo in qualche frangente. In “Amnesie” - lo spettacolo nuovo - Tarcisio non c’è proprio più. Anche a Zelig sto proponendo alcuni stralci dallo spettacolo.
Ecco, Zelig… quanto ha segnato la tua crescita, il tuo modo di stare sul palco e la tua carriera?
Zelig mi ha dato la possibilità di far conoscere Tarcisio al grande pubblico: è diventato famoso in tutta Italia grazie a questa vetrina. Ho fatto otto o nove edizioni con Tarcisio, grazie anche al repertorio di spettacoli dal vivo di cabaret che avevo alle spalle. Si è però rivelata anche un’arma a doppio taglio: toglierti di dosso un personaggio così forte non è proprio semplice… Adesso, dopo cinque anni di lontananza, sono tornato a Zelig con una cosa completamente diversa, senza personaggi. Un personaggio avrebbe portato inevitabilmente il pubblico a fare dei confronti. Così invece ho portato al grande pubblico quello che faccio in teatro e sto avendo l’occasione di farmi conoscere in modo diverso.
Della tua esperienza nel cinema cosa puoi raccontarci?
Ho lavorato sia con i fratelli Vanzina (abbiamo fatto “South Kensington” e “In questo mondo di ladri”) che con Aldo, Giovanni e Giacomo (in “Chiedimi se sono felice” e “Tu la conosci Claudia?”).
Con Aldo, Giovanni e Giacomo sono stati due cammei. La scena più importante è quella del panino: ancora oggi la gente mi ferma e mi chiede a che ora mi sono svegliato stamattina… è rimasta decisamente impressa! Con i fratelli Vanzina è un altro modo di lavorare sul cinema: loro sono dei mostri sacri, sono persone con le quali ho lavorato benissimo e spero che l’esperienza possa continuare. Comunque, anche a livello di recitazione, il cinema è un mondo molto simile al teatro, rispetto a quello dell’intrattenimento televisivo come Zelig. Mi piacerebbe continuare ad approfondire questo percorso… la prossima volta non vendo panini: faccio direttamente il treno!
Chiudiamo con un accenno alla Milano City Marathon del prossimo 15 aprile. Ti occupi di beneficenza da molto: in questo caso come parteciperai?
La City Marathon è un’iniziativa organizzata tutti gli anni a scopo benefico. Gli incassi delle iscrizioni di chi fa la corsa sono distribuiti tra le associazioni che aderiscono alla gara. In questo caso la Croce d’Oro, che offre servizi di primo soccorso a Milano, ha chiesto il mio appoggio per raccogliere fondi. Chiederò quindi a chi parteciperà di correre sotto lo stemma della Croce d’Oro. Sarò presente… ma magari non corro!